Billy Corgan: please don’t say goodbye…

 In IL SETACCIO

Gli Smashing Pumpkins sono tornati, ebbene sì, e lo hanno fatto alla grande. Nonostante il pensiero della formazione originale faccia sorgere una gran sensazione di nostalgia, il concerto di ieri del 28 Novembre 2011 a Milano, presso un non pienissimo Forum di Assago, non ha deluso le aspettative di gran parte dei fan. Billy Corgan è salito sul palco intorno alle 21,15 dinnanzi ad una scenografia alquanto kitsch (vedi foto) accompagnato dalla nuova band formata da Mike Byrne alla batteria, Jeff Schroeder alla chitarra e l’immancabile bassista donna Nicole Fiorentino.

Un gruppo che dal vivo è quasi riuscito a non far rimpiangere la mitica D’arcy Wretzky, Jimmy Chamberlin e James Iha (anche se diciamo ciò con la dovuta cautela.) L’inizio del live è stato affidato al brano “Quasar”, seguito da “Panopticon”, per ricordarci che l’anno prossimo è in uscita un nuovo disco degli Smashing, intitolato “Oceania”. Dopo il flop mondiale di “Zeitgeist” e il vergognoso progetto solista di Billy dal nome “Zwan”, Corgan ha deciso di non arrendersi e di continuare con il marchio Smashing. Un prodotto ben rodato che ancora oggi è in grado di creare attorno a sè grandi aspettative e attenzioni. Siamo nel 2011, ma la musica di questa band è ancora terribilmente attuale. I testi di Corgan sono stati l’inno di una generazione rimasta vedova del grunge precocemente. Negli anni ’90 i giovani hanno iniziato ad indossare magliette con un’unica scritta a caratteri cubitali: “Zero”. Una sola parola, che è diventata simbolo di migliaia di giovani depressi, abbandonati a se stessi e che si sentivano una nullità. In un mondo che non faceva per loro e che li stava tagliando fuori da tutto. Non a caso, proprio di questi tempi, possiamo constatare che i ragazzi che hanno trent’anni oggi, sono proprio coloro che si sentono più sperduti in assoluto. Il problema è che in questi anni non c’è più neanche un gruppo al quale aggrapparsi per trovare conforto. Il vuoto pneumatico è arrivato e ha travolto anche la musica.

Ecco perchè il ritorno degli Smashing Pumpkins ha destato tanto interesse e scalpore. Molti hanno criticato Corgan per questa reunion improbabile, ma alla fine, anche coloro che non erano d’accordo, si sono ritrovati tutti insieme a sentire dal vivo questa band. Perchè poter sentire live brani come “Soma” (da pelle d’oca ed eseguita benissimo), “Muzzle”, “Thru the Eyes of Ruby”, “Cherub Rock”, “Tonight, Tonight”, è sempre un’esperienza magica, fantastica, che per un attimo ha ridato conforto a molti. In questo deserto musicale, in questa desolazione di idee e nell’incapacità generale di generare nuove emozioni e nuove canzoni immortali, Billy è stato in grado di farci sognare di nuovo. E quindi “Nevermind”, chi se ne frega se l’acustica non era delle migliori. Chi se ne frega se la bassista non era più D’arcy e il chitarrista Iha. Chi se ne frega se la scaletta ha lasciato a bocca asciutta tutti coloro che si aspettavano i brani più commerciali e inflazionati. Chi se ne frega se tutti quelli sugli spalti se ne sono restati seduti in attesa di canzoni che non sono mai arrivate (fatta eccezione per il bis, che ha messo d’accordo tutti sulle note di una bellissima “For Martha” per poi esplodere sull’intro spettacolare di “Zero” unita alla mitica “Bullet With Butterfly Wings”, canzoni che hanno mandato in delirio il Forum intero).

Corgan è un grande musicista e un bravissimo chitarrista, che alla fine di ogni brano (anche di quelli nuovi) si è lasciato andare in un’infinità di assoli da fare invidia ai più grandi chitarristi metal. La band era molto unita e non è passata in secondo piano rispetto a Corgan, suonando per più di due ore (cosa che nessuna delle band di oggi si sogna di fare) Tutti hanno dato il meglio di sè e il risultato è stato grandioso. Billy ha anche annunciato la pubblicazione del nuovo disco dicendo che l’anno prossimo potrebbero tornare nuovamente in tour. Noi ce lo auguriamo con tutto il cuore, perchè vedere dal vivo gli Smashing – o quel che ne rimane – è pur sempre un’esperienza unica. Per tutti coloro che si sentono ancora soli, disadatti e incompresi. Per tutti coloro che hanno ancora voglia di sognare. Per tutti coloro che non si sono arresi ad una vita senza prospettive nonostante l’assoluta incertezza del futuro. Perchè certa musica può ancora farci sentire meno abbandonati a noi stessi, anche se si hanno più di trent’anni, anche se siamo consapevolmente una generazione fottuta.

 

 

Foto di Sergione Infuso

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