Inside Out 2, la recensione
È stato bellissimo.
È stato bellissimo non soltanto vedere il seguito di un film d’animazione Pixar che ha fatto la storia, Inside Out, ma soprattutto vedere una sala immensa gremita di adolescenti.
Sono corsa al cinema il primo giorno di uscita perché Inside Out 1 mi aveva letteralmente fatto piangere; aveva toccato corde profondissime del mio animo, con una maestria davvero rara.
In sala, nostante la folla e tantissimi giovani, ha prevalso un rispettoso silenzio. I cellulari sono stati tenuti spenti, mai visto un tale livello di attenzione e partecipazione.
Perché? Perché Inside Out parla di loro, parla a loro, e parla a quegli adulti che sono stati capaci di rimanere in contatto con le proprie emozioni e con l’adolescente che sono stati, oltre che con il bambino interiore.
Inside Out, un capolavoro
Avrei tanto voluto vedere un film del genere durante la mia travagliata adolescenza. Sapere di non essere sola, di non essere sbagliata, di poter essere capita.
Quanta musica abbiamo ascoltato soltanto per sembrare più “cool”, quando in realtà ci faceva schifo. Quante false parole abbiamo detto. Quanto abbiamo tardito. Quanto siamo andati contro la nostra vera indole per accontentare qualcuno, per illuderci di essere qualcosa, di valere di più.
Quanto è stato maledettamente difficile essere giovani. E quanto continua a esserlo.
Siamo fatti di tante parti, stati d’animo, sfaccettature. Siamo complicati, tutti diversi, eppure così simili.
Non siamo mai soltanto buoni o cattivi, sicuri e perfetti.
E Inside Out ce lo ricorda, ce lo racconta in maniera così chiara e semplice da essere geniale.
Inside Out 1 e 2 sono dei capolavori. Pochi altri film – figuriamoci di animazione – sono riusciti a parlare di adolescenza e di passaggio alla pubertà in questo modo.
È impossibile non ritrovarsi in Riley, non riconoscersi, non ridere, non piangere, non emozionarsi.
Quei personaggi colorati e simpatici che scorrazzano sullo schermo sono gli stessi che risiedono nell’amigdala di ognuno di noi. E mica ci sono solo Rabbia, Gioia, Tristezza, Disgusto e Paura, le emozioni primarie…
Arriveranno nuovi stati d’animo, nuovi personaggi, tra cui l’immancabile Ansia, un mostriciattolo che si farà riconoscere e valere fin da subito (chi la conosce sa bene di cosa sto parlando).
Non voglio spoilerare troppo, soprattutto descrivendo dei passaggi divertenti e toccanti che vale la pena di scoprire guardando il film.
Inutile dire che Inside Out 2 parla non solo ai giovani e agli adulti ancora in contatto con sé stessi, ma anche a tutti coloro che hanno fatto percorsi di psicoterapia.
Non a caso, entrambi i film sono stati realizzati con il supporto di importanti psicologi americani.
Il finale vi sorprenderà, e se siete ancora in terapia, vi farà capire tante cose e vi darà speranza.
Il film parla anche di consapevolezza, della sua importanza, della rilevanza di saper tornare al momento presente, proprio per non vivere in balìa di piccoli e graziosi mostriciattoli che spesso, però, sono in grado di rovinare davvero tutto se non si è in grado di gestirli.
Inside Out è pieno di messaggi importanti per tutti noi. E sì, forse, crescendo, le nostre vite non saranno più così strabordanti di Gioia, ma saremo più ricchi, più pieni, più consapevoli della complessità del nostro Sé.
Sempre se sapremo entrare in una dimensione di accettazione.