Flashdance, il musical, dal 5 ottobre

 In IL SETACCIO

Flashdance non è un bel film, come non lo è Pretty Woman, Dirty Dancing, Footloose, Ghost, Il Corvo, Blade Runner. Sono tutti film in pratica di serie B, che però sono rimasti nel cuore di tutti e che sono diventati dei cult. Alcuni per il tipo di storia, altri per la colonna sonora. Evergreen, film indimenticabili, che si guardano e riguardano all’infinito, che si sanno a memoria. Film di cui si citano le frasi: “Voglio la favola, Eduard”, “Non può piovere per sempre”, “Nessuno può mettere Baby in un angolo”, “Ho visto cose che voi umani…”. Sono film che anche le persone più intellettuali hanno visto almeno una volta, e che molto probabilmente riguardano di nascosto. E lo stesso vale per Flashdance, uno di quei film che ha fatto sognare milioni di donne in tutto il mondo. È che sono favole (a parte Il Corvo e Blade Runner, certo. Anzi, un pensierino sul fare il musical anche di questo genere di film? Non sarebbe male…), favole che a volte si avverano, come è successo alla ballerina Valeria Belleudi che interpreta Alex, e alla regista Chiara Noschese. Una ha avverato il sogno di diventare protagonista di un musical che sicuramente otterrà molto successo, e l’altra ha avverato il sogno di venire apprezzata anche come regista e non solo come attrice. I sogni a volte si realizzano, ma ci vuole impegno, come ci hanno confermato Chiara e Valeria durante la conferenza stampa. Nulla viene regalato, ci vuole lavoro e fatica, ma soprattutto ci vuole passione, passione, passione. E poi, come ha detto Valeria, sarà che dopo gli anni ’80-’90 non è che ci sia stato più niente di nuovo, di memorabile e di bello.

È come se ci fossimo fermati negli anni ’80. L’unica vera differenza è internet, ma se guardiamo le nostre vite, senza telefonini e computer, cos’è cambiato veramente da allora? Forse tra molti anni ricorderemo qualcosa degli anni ’00, degli anni ’10, ma cosa esattamente?

Ovviamente, durante la conferenza, non sono mancate le polemiche: perché vengono proposti sempre gli stessi titoli, perché non si fanno musical più impegnati, perché mai nulla di innovativo… È che ogni spettacolo costa milioni, e il rischio a volte è troppo alto. Se non si vuole rischiare di non riuscire a pagare cast e fornitori, meglio andare sul sicuro. Presto potrebbe arrivare anche il musical di Pretty Woman o del Re Leone, anche se quest’ultimo costa un po’ troppo. Aladin invece è impensabile, costerebbe intorno ai venti milioni di euro, e no, in Italia non possiamo permettercelo. E poi come esistono i film d’autore e i cinema che propongono questo genere, esistono teatri dove è possibile andare a vedere spettacoli più di nicchia. Come ci sono i concerti di musica classica, è giusto che ci siano i concerti pop, una cosa non esclude l’altra. Il Teatro Nazionale ha trovato una formula vincente che per ora ha portato grandi successi e grandi giri di denaro, cosa che non fa mai male in un paese che arranca e che certo non investe nella cultura.

E Flashdance attirerà un pubblico variegato, ma che dovrebbe corrispondere principalmente a: donne, istruzione medio-alta, età 35/55 anni. È questo il target che va di più a teatro, non certo i giovani, e molte donne vogliono andare a teatro non per piangere ma per divertirsi, per sognare, per uscire dalla routine, da una vita non proprio soddisfacente, e come biasimarle?

Beh, Flashdance, per quel poco che abbiamo visto durante la presentazione, farà sicuramente sognare e divertire. Il cast sembra preparato, si vede che hanno tutti studiato e lavorato molto. La regista è brava, la ballerina è brava, gli attori anche, per chi vuole di più o qualcosa di diverso e più impegnato, c’è sempre lo Strehler.

Il successo di Flashdance si deve alla storia, alla danza, ma forse soprattutto a brani indimenticabili come “Maniac” e “What a feeling”, che per fortuna sono stati mantenuti in inglese, perché certe cose non si toccano. Il resto è tutto marchio italiano e riscritto per l’occasione, non c’è lo zampino di nessun inglese o americano, cosa di cui andare fieri.

Non resta che aspettare il 5 ottobre e vedere lo spettacolo, in scena fino al 31 dicembre.

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