“Don’t shoot the painter”, e riprendete in mano le vostre vite
Là fuori non c’è solo il male. Là fuori, fuori da Facebook, da Twitter, nella vita vera, insomma, Milano si sta riempendo di eventi, di mostre, di festival, di concerti, e invece che criticare tutto, sarebbe bene darsi una mano l’un l’altro, appoggiare progetti altrui.
La Galleria d’Arte Moderna di Milano, per esempio, ha inaugurato ieri una bellissima mostra che s’intitola “Don’t shoot the painter”, una mostra di arte contemporanea, ma al piano terra della GAM. Una mostra interessante, dove è la pittura a farla da padrone, e che unisce oltre cento tra i maggiori capolavori della UBS Art Collection, artisti internazionali e non solo, dallo sguardo fotografico di Thomas Struth all’arte neo espressionista di Jean-Michel Basquiat. Un omaggio all’arte contemporanea, alla pittura, appunto, che da sempre è la vera protagonista dell’Arte. Una mostra collante, che cerca di far capire quanto sia tutto così continuativo in realtà, e che se guardiamo bene, non esiste antico, moderno, contemporaneo. È arte, e sempre lo sarà finché l’uomo calcherà questa Terra.
In mostra, visibili per la prima volta al pubblico italiano, oltre 100 tra le maggiori opere della UBS Art Collection dagli anni ‘60 ad oggi di 91 artisti, fra cui John Armleder, John Baldessari, Jean-Michel Basquiat, Max Bill, Michaël Borremans (da vedere assolutamente perché chi ancora non lo conoscesse), Alice Channer, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Günther Förg, Gilbert & George, Katharina Grosse, Andreas Gursky, Damien Hirst, Alex Katz, Bharti Kher, Gerhard Richter, Thomas Struth, Hiroshi Sugimoto, per citare alcuni nomi. Unica pecca, che in realtà doveva essere il fiore all’occhiello per il curatore Francesco Bonami, l’allestimento, che abbiamo trovato un po’ confusionale. Perché finché ci sono quadri astratti va bene mettere come sfondo immagini di altre sculture, di altre opere (fotografie che riproducono le sale della GAM), ma quando ci sono quadri figurativi, l’occhio fa un po’ fatica a concentrarsi sulle vere opere, e non su quelle finte sulla carta da parati. Va bene mettere i dipinti tutti insieme uno vicino all’altro come si usava nel ‘700, anche perché lo spazio è davvero poco, ma quello sfondo? Era davvero necessario?
Ma in fondo, il bello di andare a una mostra, qual è? Trovarsi di fronte a Basquiat in persona, per esempio. Perché se ci si trova di fronte a una sua opera, è un po’ come averlo lì. Perché lui su quel quadro ci ha vissuto, ci ha respirato, l’ha toccato. Solo dal vivo si può capire davvero il tocco di un artista, se il suo segno è forte o delicato, se usa tanta o poca materia. Andare a vedere una mostra è un’esperienza, si esce sempre con qualcosa in più, accresciuti.
Ad ogni modo, per chi ancora una vita e degli interessi li ha, e non passa le giornate a postare roba su Facebook, questa mostra vale la pena di essere vista, e già che ci siete, prendetevi una giornata intera per visitare anche la collezione permanente della GAM, che riserva grandi tesori e che certi giorni è pure gratuita, dai. Cellulari spenti, mi raccomando.
INFORMAZIONI
DON’T SHOOT THE PAINTER. Dipinti dalla UBS Art Collection
17 giugno – 4 ottobre 2015
GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano
Orari mostra:
martedì – domenica 9:00 – 19.30
giovedì apertura straordinaria mostra fino alle 22.30
lunedì chiuso
Ultimo accesso 30 minuti prima della chiusura
GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano
via Palestro 16 – 20121 Milano
- 02 884 459 47
c.gam@comune.milano.it
Ingresso alla mostra gratuito
TARIFFE MUSEO
- biglietto intero € 5,00
- biglietto ridotto € 3,00
Ingresso gratuito ogni giorno dalle ore 16.30 e tutti i martedì dalle ore 14.00.
Da Jaymag.it