Le canzoni che ascoltavate da giovani e che mamma e papà odiavano

 In LETTERATURA

Vostra madre, a un certo punto, ha cominciato a odiarvi, dite la verità… Durante l’adolescenza c’è un periodo che attraversiamo un po’ tutti, in cui si viene odiati dai propri genitori, soprattutto se si sta diventando rockettari. E sì, perché le nostre mamme sono cresciute ascoltando i Pooh, quando si è più fortunati Battisti, o roba del genere, e quindi, quando si metteva a palla nello stereo una cassetta o un cd di grandi schitarrate, erano guai.

Vogliamo proporvi qualche brano, di quelli più odiati da mamma e papà, e sapere quali erano le canzoni che i vostri genitori detestavano di più. Metallari, soprattutto voi, fatevi sotto!

Ho un ricordo ben preciso di mia madre che tornava a casa, e già dalle scale iniziava a urlare. In realtà non la sentivo ancora gridare, capivo soltanto dopo essere stata costretta a spegnere lo stereo, che aveva cominciato a inveire già prima di entrare, perché le parole che sentivo erano solo le ultime di un lungo sproloquio iniziato già fuori dalla porta, quando il volume era ancora al massimo.
Ad ogni modo, entrava, ma mi accorgevo di lei solo quando mi era praticamente già a fianco. Mi spintonava, forte, e vedevo la sua bocca aprirsi e chiudersi, ma vedevo solo il labiale, non sentivo quello che stava dicendo. Lo sguardo minaccioso, le vene fuori dal collo, paonazza. Questo succedeva quando ascoltavo canzoni ben precise. Per esempio? Per esempio “Tourettes” dei Nirvana… e come darle torto!

Succedeva anche quando mettevo su l’ultimo di Marilyn Manson. Un personaggio così, e brani come questo qui sotto, erano lontani anni luce dal suo gusto musicale, e non solo.

Niente, era impossibile ascoltare questa roba con lei in casa. Provavo ad abbassare il volume, ma si sa, certa musica col volume al minimo non ha senso.

E allora, se volevo continuare a sentire qualcosa con lei tra i piedi, già tutta intenta a spolverare e magari a passare l’aspirapolvere, come se invece quella non facesse casino, l’unica era mettere qualcosa di più soft. Inspiegabilmente, quando inserivo un cd dei Radiohead, lei taceva, anzi, azzarderei a dire che le piacessero. Non diceva più nulla. Forse addirittura ascoltava, anche se persa nei suoi pensieri di casalinga disperata. E lo stesso succedeva quanto ascoltavo un cd di Tori Amos, e ovviamente dei Coldplay. Quelli poi, piacciono pure alle nonne. Così non la facevo incazzare, e a quel punto la musica diventava un sottofondo non fastidioso, i volumi erano molto più bassi e tutti convivevano felici e contenti.

Ma la cosa più divertente fu far sentire certa musica a mio padre. Un rockettaro anni ’70 che mi fece crescere a suon di Pink Floyd, Led Zeppelin, Crosby, Stills, Nash & Young.
Ricordo che una volta -avevo quindici anni- tornai a casa con la cassetta di “From the Muddy Banks of the Wishkah” dei Nirvana. Tutta fiera, andai a metterla subito nello stereo di mio padre, con due casse che erano più alte di mia sorella di dieci anni. Lui era lì, seduto sul divano, e con gli occhi imploranti, senza dire nulla, gli chiesi il tacito permesso di profanare il suo stereo. Sospirando mi disse: “Dai, mettilo, non preoccuparti, sentiamo di che si tratta!”. Era un live e non potevo certo immaginare che iniziasse in quel modo… Quel disco, infatti, comincia con un grido di Kurt di qualche interminabile secondo. Un urlo rauco e lancinante che lascia poi spazio all’intro di chitarra della bellissima “School”.

Dirò la verità, ero scioccata anch’io. Mentre Kurt urlava, pregavo, e tra me e me dicevo: “Ti prego basta, smettila! Ma quando finisce?”. Da sola me lo sarei goduta eccome, ma mio padre aveva già iniziato a guardarmi storto. Come diavolo si faceva ad ascoltare quella robaccia?! Ma cos’era?! Queste le sue parole. Non capiva, non poteva capire, lui, figlio degli anni ’60, suonatore di chitarra acustica. Quella non era musica! Punto. Insomma, a casa, dei Nirvana, si poteva ascoltare al massimo l’Unplugged, nessun altro loro disco era permesso, neanche la più commerciale “Smells Like Teen Spirit”.

Eppure, un giorno, qualcosa accadde… Mia sorella, a quei tempi, era davvero piccola, e ascoltava ancora i Blue, Avril Lavigne, e i Backstreet Boys, e per mio padre quei gruppi non si potevano neanche nominare, sacrilegio! Ma quando iniziai a sentire anche cose più contemporanee, come i Foo Fighters, i Queens of the Stone Age, i Placebo e udite udite, pure Marilyn Manson, lui cominciò ad accettarlo, anzi, ancora di più, addirittura ad apprezzarlo!
A un certo punto i miei dischi cominciarono a sparire… perché se li prendeva e se li ascoltava lui! In questo si dimostrò non essere un dinosauro. Addirittura, a oggi, è lui che segue e ascolta gruppi assurdi, super metallari e che sono più giovani di me e che io non ho neanche mai sentito nominare. Gli si aprì un mondo, un mondo di musica nuova e che gli piaceva, da Mr. Big ad altri gruppi di cui non ricordo neanche i nomi. Poi passò a sentire anche roba più metal, ma mai i Metallica o i Sepultura, quel genere proprio no. Come non riuscì mai ad amare brani che io ai tempi, diciassettenne, adoravo, come “X.Y.U” degli Smashing Pumpkins.

Insomma, le cose cambiano, noi evolviamo, e anche i nostri genitori, almeno mio padre, (mia madre è un po’ rimasta ferma ai Pooh, ma non si può avere tutto dalla vita). E mio padre si è pure messo a imparare a suonare la chitarra elettrica, lui, che era solo un accompagnatore di chitarra acustica! Mentre io, ormai, sono invecchiata o maturata, e ascolto gente come i Sigur Ros e Antony & The Johnsons. Il rock, nel mio animo, è un po’ morto, diciamocelo, eccezion fatta per i classici e per qualche gruppo in stile Pontiak che ancora vale la pena di sentire, ormai ascolto poco anche i Nirvana, se devo dirla tutta. Solo mio padre è rimasto ad ascoltare il vecchio e il nuovo rock (tranne i Nirvana, ovviamente)… Crisi di mezza età? Non credo proprio. Chi nasce rockettaro ci muore, c’è poco da fare, io, invece, prima dei Nirvana, devo confessarlo, il massimo del rock che mi concedevo a dodici anni era Alanis Morissette! Ma non ditelo a nessuno!

E le canzoni più odiate dai vostri genitori, quindi, quali erano? Forza, sparate!

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