Vedi Tori Amos e puoi muori

 In IL SETACCIO

Sentire Tori cantare è sempre un’esperienza unica e indimenticabile. Vedi Tori e puoi muori, sì, un po’ come per Napoli. Si può sentire Tori cantare e poi morire volentieri, perché qualcosa di più bello sarebbe difficile da trovare. La vita è più bella quando Tori canta, anche se la odio. La odio perché sarà ormai la terza volta che la vediamo dal vivo e non ci suona mai Baker Baker. La scaletta ha soddisfatto molti fan perché di chicche dal passato ce ne sono state molte, ma non ha soddisfatto noi. È che siamo troppo affezionati a dischi come Little Earthquakes, Under the Pink, Boys for Pele, From the Choirgirl Hotel -da cui comunque ha tirato fuori qualche canzone- e dopo abbiamo iniziato a seguirla meno, è vero, ma il live, in fondo, non ha comunque deluso, perché Tori ci sa ancora fare, e nonostante i suoi cinquant’anni suonati, suona e canta come una dea.

La sua spaccata tra il piano, rigorosamente Bösendorfer, e la tastiera dietro di lei, è sempre da vera atleta. I pedali li schiaccia sempre con dei tacchi vertiginosi. Veste… infatti, chi la veste? Quello ancora non si è capito, ma non ha importanza. Si può permettere tutto. È sempre meravigliosa, sexy, eccitante, una donna con la D maiuscola. Femminile, accattivante, affascinante.

La sua voce fa ancora sognare. Fa piangere. Le lacrime, quando si ascolta Tori cantare, a un certo punto scendono sempre, anche se si cerca di trattenerle. Tori commuove, Tori non solo tocca i tasti del suo piano con stile e bravura innata, ma tocca anche corde dentro di noi in grado di tirar fuori grandi emozioni. Tocca l’anima, e per questo il pubblico la segue fin dagli esordi e riempie un Teatro Nazionale come se fosse la cosa più naturale del mondo, anzi, una cosa dovuta, che va fatta, che è normale fare. Tori è Tori e il suo ultimo disco, finalmente, è migliore dei precedenti. Ha ancora qualcosa da dire, da scrivere, oltre che da cantare e suonare. Il suo marchio è riconoscibile, e per questo certe canzoni sembrano molto uguali ad altre, ma non è mai caduta nel banale, nello scontato. Perché mentre suona arriva sempre quella certa nota messa lì, proprio lì, non a caso, e che non ti aspetti. E lei sussurra, ansima, sospira, tira fuori una voce che ti travolge e che pochi secondi prima non pensavi neanche che avesse. Quasi si trattiene, canta in falsetto, la tiene nascosta, e solo ogni tanto la lascia libera, la lascia sfogare, la tira fuori tutta, per intero, dal profondo, come fosse un animale da tenere a bada perché troppo potente, feroce e indomabile, quasi avesse paura di ferirci, di farci biondi, di rompere i bicchieri. La sua voce è come un potere magico, che ci fa sentire per intero solo a tratti. È il suo segreto, che svela solo in certi momenti ben precisi, in certe canzoni, in certi passaggi. Tori è una leonessa, che volendo si mangerebbe in un sol boccone tutte quelle giovani di oggi che provano a cantare, che provano a eguagliarla, ma che escono perdenti dal paragone con Tori. Nessuna è come lei. Questa è un’ode a Tori, più che una recensione.

Il live è stato bello, entusiasmante. Sul palco c’erano solo lei e il suo inseparabile pianoforte. Niente musicisti, niente effetti speciali, niente balletti inutili. Solo belle luci e buona musica. E lei, sola, ha tenuto un concerto di quasi due ore senza annoiarci un attimo. Qui sotto trovate la scaletta così potete sapere che brani ha suonato. Ma non è questa la cosa importante, perché quando Tori suona può suonare quello che vuole. E quindi fa niente se non ha eseguito i nostri brani preferiti. Tori è un’artista a tutto tondo, come se ne vedono poche in giro ormai, ed è una di quelle che non è sparita, che non si è affossata, che non si è venduta, che continua a fare la musica che le piace senza pensare a scalare le classifiche. Può suonare e cantare quello che le pare, che siano cover o brani suoi. E poi vabé, magari Baker Baker ce la farà un’altra volta, tanto andremo a sentirla finché morte non ci separi.

 

Scaletta: 

Parasol

Space Dog

Silent All These Years

Black-Dove (January)

Cooling

Concertina

Wild Way

Forest of Glass

Your Cloud

Lizard Lounge

Over the Rainbow (Judy Garland)

Time (Tom Waits)

Not the Red Baron

The Power of Orange Knickers

Another Girl’s Paradise

In the Springtime of His Voodoo

Cornflake Girl

 

BIS

 

Take to the Sky

16 Shades of Blue

1000 Oceans

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