In diretta dalla sede della Regione Lombardia a Milano durante le proteste per il coprifuoco. Guarda qui!

 In IL SETACCIO

Cos’è stato fatto da marzo a oggi per gestire l’emergenza? Nulla. Risultato? Si è data la colpa ai cittadini e a chi è andato giustamente in vacanza (legalmente, perché era permesso), ai giovani, tutti, senza distinzioni, alla riapertura delle scuole, a chi va al lavoro, si è incentivata la delazione, e siamo stati messi uno contro l’altro, e potrei andare avanti a lungo.

Per dare la parvenza di fare qualcosa, la prima proposta è stata quella di far mettere di nuovo le mascherine all’aperto a tutti come gesto “simbolico”, perché anche i medici hanno ribadito che se si sta da soli all’aperto non servono a nulla.

E ora la nuova proposta “simbolica” (parole di Attilio Fontana): il coprifuoco in Lombardia, scelta che a breve riguarderà anche altre regioni d’Italia.

Ed ecco arrivare le proteste dei tassisti, che ormai sono alla fame, dei gestori di bar e pub e dei ristoratori, capitanati dall’ormai conosciuto Paolo Polli, che già a maggio aveva protestato davanti all’Arco della Pace a Milano facendo lo sciopero della fame contro la riapertura scriteriata dei ristoranti, che senza regole certe e sensate avrebbero rischiato di fallire anziché riprendere a lavorare.

Ora Paolo Polli è di nuovo in battaglia, questa volta sotto la sede della Regione Lombardia. Giovedì sera, dalle 22,30 alle 23,01, ha organizzato un flash mob contro il coprifuoco che costringerà tutti a restare chiusi in casa dalle 23,00 fino alle 5,00 del mattino, mettendo a repentaglio fior di attività già massacrate da una crisi economica senza precedenti.

 

Nel pomeriggio c’era già stata una grande manifestazione cui hanno partecipato tantissime persone. Giovedì sera, sotto una leggera pioggia, erano presenti numerosi giornalisti, oltre ai tassisti e ai ristoratori, che hanno cercato di spiegare e far valere le loro ragioni. Sarà durissima se si continua così. Buona parte delle attività chiuderanno, molte lo hanno già fatto, nessuno spera più negli aiuti del Governo. La rabbia è tanta, e così la frustrazione, il senso d’impotenza. Tanti i cartelli, tra cui anche “Codogno non ci sta più”, “Andrà tutto all’asta. La prima zona rossa”, “I suicidi di chi ha la partita IVA aumentano”. La manifestazione è stata comunque pacifica, e alle 23,01 tutti hanno ritirato i cartelli e hanno iniziato a disperdersi per fare ritorno a casa.

Ormai bisogna pensare a una strategia a lungo termine e non vivere alla giornata. Non si sa con certezza quando arriverà il vaccino, e nel frattempo l’ansia e la paura stanno rendendo la vita dei cittadini molto complicata.

Se ci saranno nuove restrizioni sono pronti a scendere in piazza anche i parrucchieri, i gestori delle palestre, i genitori dei bambini cui chiuderanno le scuole.

È giunto il momento di cambiare tattica, e anche il Governo, se sarà necessario. Ci vogliono persone competenti nella gestione di momenti difficili come questo, per non rischiare di vedere l’Italia affondare, non solo per quanto riguarda la salute ma anche l’economia.

Si è provato ad adottare il sistema delle famose tre “T”: tampone, tracciamento e trattamento, ma in questo Paese le cose non vanno mai come dovrebbero andare, e anche a causa del bombardamento mediatico, i Pronto Soccorso si trovano intasati da chi magari ha soltanto gli occhi un po’ arrossati e pensa che sia Covid.

Non c’è più tempo. Dobbiamo usare la ragione, l’intelligenza e la competenza per gestire la situazione. Dobbiamo pensare a proteggere e a isolare gli anziani e chi ha patologie. Dobbiamo ricominciare a vivere e ricordare che è sano e nella natura umana desiderare la libertà, e non continuare a cederla. Anche perché la prima ondata è iniziata a marzo e la primavera e i primi caldi erano vicini. Ora non siamo neanche a novembre, chi sopporterà questa situazione magari fino a maggio 2021?

Senza dimenticare che un altro lockdown sarebbe la morte di questo Paese, e a quel punto la salute sarà l’ultimo dei nostri problemi.

 

Articolo tratto da Cultura Identità

 

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A me della politica non me ne frega nulla e non me ne è mai fregato nulla. Sarò una qualunquista ma per me destra e sinistra non fa nessuna differenza, ascolto tutti, leggo tutti e mi faccio una mia opinione e se ha ragione Bersani dico che ha ragione Bersani, se ha ragione Meloni dico che ha ragione Meloni. Invece la maggior parte non ascolta mai la voce della parte politica considerata avversaria.
In questo particolare momento che stiamo vivendo sembra però che le scelte del Governo debbano essere considerate giuste solo perhé c’è su il Movimento 5 stelle e il PD. Sapete meglio di me che se ci fosse stato su Salvini sareste tutti a fare le barricate.
Bene, io credo che la gestione di questa emergenza abbia del vergognoso e non me ne frega niente di chi c’è al Governo in questo momento. Di solito infatti non mi occupo di politica, troppo stressante, inutile, ottuso. Questa volta però la situazione riguarda davvero tutti e se non iniziamo a reagire finiremo male, tutti, nessuno escluso.

 

Guarda la mia diretta a questo link!

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Modera: Edoardo Sylos Labini. Ospite: il consigliere della Lega Gianmarco Senna

 

 

 

 

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