Brian May, l’incontro

 In IL SETACCIO

Ognuno trova il proprio modo per andare avanti. Un lutto in qualche modo si supera, ognuno con il proprio stile, la propria sensibilità e carattere. Secondo noi, Brian May il lutto di Freddy non l’ha mai superato veramente, e ha trovato il suo modo per farlo vivere davvero per sempre: suonare con chiunque le canzoni dei Queen dal vivo. May crede in qualcosa di superiore, di spirituale, è laureato in astronomia, e scommetto che ogni volta che suona su un palco un pezzo dei Queen sente la presenza di Freddy al suo fianco oppure se lo vede proprio seduto in platea a godersi lo spettacolo. Brian è una bella persona, un uomo gentile, educato, simpatico, intelligente. In conferenza stampa al Principe di Savoia a Milano, per presentare il One Voice! – The Tour con Kerry Ellis, Brian è stato il vero principe, il protagonista, il re, accolto con una quantità di flash di fotografi che neanche la principessa Diana ai tempi d’oro. I giornalisti erano emozionati. Ognuno ha tenuto a ricordare a Brian quanto sia meraviglioso, grandioso. Alcuni gli hanno ricordato di averlo intervistato, altri gli hanno dichiarato spudoratamente il loro amore. C’erano dei fan in sala e non solo dei giornalisti. Era da un po’ che non si vedeva una cosa del genere. Lo stesso Claudio Trotta, patron di Barley Arts, alla fine della conferenza, quando tutti i giornalisti si sono accalcati intorno a May per chiedere autografi e fare foto, ha detto: “Era da tanto che non vedevo una cosa simile”. E qualcuno gli ha detto: “Be’, dovresti essere contento, è una gran cosa.” Perché di artisti se ne incontrano e intervistano tanti, ma quando ti capita davanti un mito, le cose cambiano, e anche il giornalista più modesto e più professionale si trasforma in un fan accanito. Ed eccoci lì, non ci abbiamo pensato un secondo, -come Kerry Ellis quando Brian gli ha chiesto di fare un disco insieme, che ha accettato dopo due secondi- siamo andati da May, ci siamo messi in fila spintonando, e ci siamo fatti fare l’autografo, cosa che non facevamo da quando avevamo quindici anni, e quando ci ha stretto la mano e ci ha detto “Grazie” , ci siamo quasi commossi, anzi, senza quasi. Perché diciamocelo, non è vero che i critici musicali diventano critici perché sono dei musicisti falliti, è che vogliono conoscere i propri idoli, le star che hanno amato.

Le domande rivolte a May sono state un po’ le solite, c’era un po’ di timore ossequioso nel rivolgersi a lui, sembrava di essere di fronte al Papa. Cos’è il rock oggi per Brian? Passione, una passione mai svanita, un genere che non è mai morto e che è vivo e vegeto dal 1960. In giro secondo lui ci sono parecchi gruppi validi, e il rock è ancora il miglior modo per esprimersi. Cosa vuol dire suonare con Kerry? Avere la libertà di fare quello che si vuole, perché con i Queen non si era così liberi. Con Kerry si può spaziare, esplorare, cantare. Brian dice di avere trovato l’essenza delle canzoni con Kerry. Si diverte, perché se vuoi fare musica devi stare con un cantante, non basta suonare la chitarra. E poi con lei si può occupare anche di beneficenza, di temi sociali, di difesa degli animali, dell’ambiente, cosa che con Roger per esempio non si può fare. Lui è come un fratello, ma sono davvero diversi. I suoi chitarristi preferiti e che più l’hanno ispirato? Buddy Holly, Jimi Hendrix, Eric Clapton, Steve Vai. L’atronomia lo ispira per la sua musica? No, però è una sua grande passione, un qualcosa di spirituale. A ispirarlo è la vita, il cosmo possiamo solo contemplarlo, e non potremmo mai coglierlo per quello che veramente è. Adam Lambert? Un ragazzo simpatico, una bellissima persona, prima di tutto, un cantante con cui collaboriamo e che ci hanno consigliato di prendere, che non siamo andati a cercare, ma non sarà mai il sostituto di Freddy. È speciale, un frontman nato e si esibiranno insieme di nuovo al Postepay Sound all’Anfiteatro Camerini di Piazzola sul Brenta il 25 giugno, e no, non sanno cosa ne verrà fuori. Un ricordo di Bowie? Quando hanno registrato Under Pressure tutti insieme ed è stato fantastico. David era un gran coordinatore, una persona magnifica, di cui si sentirà parecchio la mancanza. Negli ultimi tempi lo avevano anche chiamato per chiedergli se avrebbe voluto ancora cantare con loro, ma aveva sempre detto di no. Roger era ancora in contatto con lui. Che altro? Niente. Perché cosa vuoi chiedere a uno come Brian May? Di raccontarti ancora qualcosa di Freddy? Dei suoi progetti futuri? Sì, ha scritto e canterà nuove canzoni con Kerry Ellis, come la fresca di uscita “Roll with you”, ma tanto lo sappiamo che Brian continuerà a suonare le canzoni dei Queen, -le sue canzoni- finché morte non li separi, per poi magari ricongiungersi al compianto amico di una vita Freddy e schitarrare al suono della sua voce per l’eternità.

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