Queen e Adam Lambert, la recensione del concerto

 In IL SETACCIO

Emozioni contrastanti. Questo si prova a vedere i Queen oggi. In un Forum di Assago sold out, tra gente di mezz’età, giovani e bambini, il 10 febbraio abbiamo assistito a un evento, a suo modo, molto, ma molto atteso. D’altronde sono sempre i Queen, anche se sono rimasti solo Brian May e Roger Taylor, mica cazzi. E, infatti, ne valeva la pena di vederli dal vivo, comunque, anche se non c’è più John Deacon, anche se il compianto Freddie Mercury non c’è più da un pezzo in questo mondo. Adam Lambert è un bravo cantante, ma se si va a vedere un live del genere, facendo il paragone con Freddie, allora meglio restarsene a casa. Adam non è e non sarà mai Freddie. Il concerto inizia con una scoppiettante One Vision. La musica è quella, la schitarrata iniziale è quella, i Queen sono quelli, ma quello che canta è Adam e appena apre bocca fa sorridere, e l’entusiasmo e l’eccitazione iniziale si assopiscono subito, in un attimo. No, sul palco non c’è Freddie. Freddie è morto, cazzo, non ha semplicemente lasciato la band. Il pensiero va subito a lui, viene subito voglia di sentirlo cantare, di sentire One Vision fatta solo come lui sa fare.

Ma poi succede qualcosa… Dopo un paio di brani Adam fa una pausa e dice: “Grazie per avermi dato questa possibilità. Comunque siamo qui per commemorare e ricordare Freddie… Grazie, grazie davvero a tutti.” Come per scusarsi… E funziona, ma non perché sembra una leccata di culo, perché è vero. Lui è umile, è un ragazzo, uno che è uscito da American Idol, un giovane che sta cantando sul palco con i Queen, che sta cantando al posto del gigante Freddie Mercurie, che sta girando il mondo con questo tour, e si vede -anche se ormai di concerti con loro ne ha fatti parecchi- che ancora non sembra vero neanche a lui, che quasi ancora non ci crede. È un sogno, anche perché la gente non gli sta tirando addosso le bottiglie o i pomodori, ma lo applaude, sorride con lui, canta con lui. Adam è a dir poco gay, e lo ostenta in maniera quasi esagerata, (si vede che il cantante gay nei Queen era proprio scritto nel destino). Si veste di pizzo, porta i tacchi, si trucca, lecca il microfono alla Miley Cyrus, si mette in ginocchio di fronte a May mentre fa un assolo quasi come a fargli… insomma, avete capito. Freddie in confronto era Rocco Siffredi. Ma questo non dà fastidio, anzi, fa sorridere. Ha un altro tipo di carisma rispetto a Freddie, ecco, diciamo così…

Poi però canta, eccome se canta. E noi cantiamo con lui. Quando parte con I Want to Break Free, il pubblico è già in delirio, e siamo solo all’inizio. A quel punto quasi ci si dimentica che non c’è Freddie, per un secondo, ok, ma davvero, non ci si fa più caso. È quel bastardo di May che ce lo fa ricordare. Si mette seduto su uno sgabello, su una pedana in mezzo al parterre, imbraccia la chitarra, e inizia a cantare Love of My Life. Fino a qui tutto bene, ma poi  sui grandi schermi al led compare Freddie e la canzone finisce di cantarla lui. A quel punto, appena compare quell’immagine, scoppiamo in lacrime, è più forte di noi, e anche mentre scrivo queste parole, mi rivengono le lacrime agli occhi, come a mio padre il giorno in cui Freddie è morto. Sembrava gli fosse morto un parente. Ha messo su la videocassetta del live in Wembley dell’86 per tutto il pomeriggio e si è messo a cantare e a piangere. Me lo ricordo come fosse ieri, e avevo solo sette anni. E avevo pure la nonna, e gli amici di mia nonna invasati dei Queen. Ci sono cresciuta, insomma, e dopo qualche anno mi chiesi anch’io chi fosse quell’uomo per cui mio padre piangeva, per cui tutti piangevano, e capii presto perché piangevano. Uno con una voce, un carisma, un talento così, non ci sarebbe stato mai più, ma proprio mai.

Anche perché Freddie non è morto per eroina, non si è suicidato, è morto a causa dell’Aids, che in quegli anni faceva strage. Se l’è andata a cercare, ma fino a un erto punto. Mica si sapeva bene di cosa si trattasse. E non è che le rockstar morte di eroina o che si sono sparate in testa non ci fanno piangere, ma lui di più, perché Freddie è stato sfigato, era un amante della vita e non un “maledetto”. E siamo certi al cento per cento che se oggi fosse ancora vivo, sarebbe qui, su questo palco, davanti a noi, perché i Queen, molto probabilmente, non si sarebbero mai sciolti. Si vede, Roger e Brian sono lì, sopra quel palco e suonano e cantano con lo stesso entusiasmo degli esordi, anzi, se possibile pure di più. May gode a suonare quella chitarra, come se fosse un ragazzino che ha appena iniziato. Gli brillano gli occhi, e quando “compare” Freddie, gli scende pure la lacrimuccia, e non credo che sia per guadagnare più soldi, per farsi amico il pubblico. Sembra che Freddie gli sia morto solo ieri e che ancora non se ne sia fatto una ragione. È stato criticato parecchio da tutti, sempre. Perché non sciogliere sti cavolo di Queen e smetterla, una volta per tutte? Ma perché farlo? Lui è ancora lì a sperare che Freddie torni, e facciamoglielo credere e sperare, come fosse una vedova che non si è mai ripresa dalla scomparsa del marito, e che nel frattempo passa il tempo con altri uomini, altri cantanti, aspettando di ricongiungersi al suo adorato. Lasciamoglielo fare e lasciamolo in pace. Anche perché io, per esempio, lo ringrazio, altrimenti non avrei mai potuto sentire dal vivo i pezzi dei Queen suonati divinamente.

Ci siamo divertiti, ci siamo emozionati, ci siamo commossi, e ne valeva la pena. Non avrei mai pensato di scrivere queste cose, ero già pronta a fare a pezzi Adam Lambert, ma non si può mai pronunciarsi prima di aver toccato con mano e visto con i propri occhi, ci si può sempre ricredere. Ovviamente, il bello è che hanno suonato solamente i grandi successi, tutti i pezzi più famosi dei Queen, da Bohemian Rhapsody, a Under Pressure, cantata da Adam e da Roger, uno dei momenti forse più belli di tutto il concerto, perché cantata ed eseguita davvero da farci dimenticare di David e Freddie. E poi Who Wants to Live Forever, Crazy Little Thing Called Love, Save Me, Somebody to Love, Tie Your Mother Down, A Kind of Magic, cantata solo da Roger (ma perché al posto di Freddie non andò subito a cantare Roger non si è mai capito, canta come nessuno, è il migliore!). E poi ancora, Radio Ga Ga, dove non ci è parso vero di poter anche noi battere le mani in alto nel cielo a tempo, tutti insieme. Chiusura con l’immancabile We Will Rock You, che ha aperto il bis, per poi concludere, come da anni e anni, con We Are the Champions e God Save The Queen, con un Adam Lambert in completo leopardato e strass, a petto nudo, e una corona sulla testa che si poteva risparmiare se il rimando era a lui… Una delle mie preferite, The Show Must Go On, non l’hanno fatta, ma forse, quella, meglio sentirla fare solo da Freddie… Saluti, ringraziamenti, ancora lacrime, ma anche tante facce sorridenti, che di questi tempi non è così facile incontrare. Sì, ne è valsa la pena, ma Freddie, quanto ci manchi, mamma mia…

 

SETLIST

One Vision

Stone Cold

Crazy Fat Bottomed Girls

In the Lap of the Gods… Revisited

Seven Seas of Rhye

Killer Queen

I Want to Break Free

Somebody to Love

Love of My Life

’39

These Are the Days of Our Lives

A Kind of Magic

Bass Solo

Drum battle

Under Pressure

Save Me

Who Wants to Live Forever

Guitar solo

Last Horizon

Tie Your Mother Down

I Want It All

Radio Ga Ga

Crazy Little Thing Called Love

Bohemian Rhapsody

Bis

We Will Rock You

We Are the Champions

God Save The Queen

 

 

Da Jaymag.it

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