Il Rock (in IdRho) salva i festival italiani

 In IL SETACCIO

Il 15 Giugno 2011 si è tenuto presso la nuova arena di Rho il “Rock in IdRho”, che per anni si  svolse all’idroscalo di Milano e che qui ha trovato una nuova location. Quest’anno il festival ha deciso di puntare sul rock and roll allo stato puro e si sono esibiti sul grande palco dell’evento band come i nostrani Outback, i Ministri, Flogging Molly, Band of Horses, The Hives, Social Distortion, il grande Iggy Pop e gli attesissimi Foo Fighters.

Come spesso succede ai festival le migliaia di persone presenti all’evento erano lì quasi soltanto per gli headliner, che mancavano dall’Italia da circa sei anni.

Al nostro arrivo presso l’arena rock stavano giusto per terminare i The Hives, band che si è fatta apprezzare e rispettare. Subito dopo di loro si sono esibiti per circa un’ora i Social Distortion ma purtroppo dobbiamo ammettere di non essere riusciti a seguirli molto bene perchè stavamo cercando di prendere un panino sotto i tendoni che servivano cibo e bevande, letteralmente presi d’assalto e che ad un certo punto si erano finiti tutti gli ingredienti. Non ci è rimasto altro da fare che farci dare un panino nocivo con salsiccia, cipolle e peperoni, che per fortuna abbiamo smaltito saltando durante i live.

Alle 21,10 ecco arrivare sul palco, sgambettando ancor prima di iniziare a cantare, il mitico Iggy Pop , l’iguana, (insieme ai suoi The Stooges) che deve aver fatto letteralemnte un patto con il diavolo per avere – alla sua veneranda età – ancora quei capelli e quel fisico così asciutto. Iggy si è esibito un po’ a fatica, nonostante abbia saltato per tutta la durata del concerto, ma il suo rock and roll vecchio stile ha fatto davvero impazzire quasi tutte le persone presenti al festival, compresi noi di Jaymag. Pop è un’istituzione e canzoni come “I wanna be your dog”, “Search and destroy” e “No fun” – brano con cui ha concluso il concerto – hanno fatto la storia della musica e ancora oggi risultano essere odierne più che mai. Iggy ad un certo punto ha anche fatto salire sul palco dei ragazzi presi dalla folla che erano nelle prime file ed ha ballato e cantato con loro con lo stesso entusiasmo di un ventenne. Si è rotolato sul palco, ha usato il microfono come un lazzo e poi ha rotto l’asta dello stesso, si è buttato in mezzo al pubblico, si è fatto baciare e abbracciare da tutti e ogni persona era lì in adorazione, dinnanzi ad un’icona, ad un uomo che è vivo per miracolo e che ancora canta e balla come se avesse appena iniziato a fare la gavetta. Un esempio per tutti i gruppi emergenti e non solo.

Alle 22,30 precise invece, è salita sul palco la band più attesa degli ultimi cinque anni, i Foo Fighters, il gruppo di Dave Grohl, che di certo non ha bisogno di presentazioni. La canzone di apertura è stata “Bridge Burning”, seguita da “Rope” entrambe estratte dal loro nuovo album dal titolo “Wasting light”. I Foo mancavano dall’Italia da troppo tempo e il pubblico accorso a vederli, giunto da tutta Italia, li ha accolti davvero alla grande, tanto da ricevere i complimenti dallo stesso  Dave che ci ha definiti “So fucking loud!”. Dopo i primi due brani i Foo hanno inziato a sparare uno dietro l’altro canzoni del passato meno conosciute e tutti i vecchi successi, tra cui “ The Pretender”, brano che ha fatto impazzire la folla, “My hero” che ci ha fatto scendere le lacrime agli occhi, “Learn to Fly”, “White Limo”, canzone estratta dal nuovo disco e perfetta in versione live, “Breakout”, “Cold Day in the Sun”, “Walk”, la mitica “Monkey Wrench”, la bellissima “Let It Die” (altre lacrime agli occhi). E poi ancora “Generator”, “Times Like These” eseguita in versione acustica nella prima parta, (semplicemente splendida) la bellissima “Best of You”, un paio di cover tra cui “Tie Your Mother Down” dei Queen e “Young Man Blues”, quest’ultima cantata dal batterista, per poi chiudere (senza bis) con l’immancabile “Everlong” che ci ha definitivamente stremato e ditrutto.

I Foo Fighters hanno suonato divinamente ed erano carichi e pieni di entusiasmo, sia Dave – che ormai è riuscito a lasciarsi alle spalle i Nirvana – che gli altri componenti della band (anche se Pat Smear era un po’ appesantito!). I volumi erano quasi perfetti, anche se la folla ovattava un po’ il suono e il vento lo faceva andare e venire. Una marea di gente ha presenziato all’evento e la gestione di alcune cose durante il festival non è stata delle migliori (tra cui la questione cibo e mezzi pubblici per tornare a Milano. La metro infatti era stata prolungata fino alla una ma l’ultimo treno ci ha abbandonato tutti alla fermata Cairoli, senza bus sostitutivi.)

Insomma un concerto fantastico che ha divertito ed elettrizzato tutti e che ci ha fatto capire che non è vero che i festival in Italia non funzionano. La verità è che bisogna puntare sul rock and roll e il metal durante questo tipo di manifestazioni e non proporre generi come il rap o il pop, ascoltati da persone che non sono molto adatte alla vita da festival, che include spirito di sopravvivenza e di adattamento, sotto tutti gli aspetti.

A questo punto noi contiamo di veder ritornare i Foo Fighters già in Autunno a Milano, anche se è più un sogno che altro e speriamo con tutto il cuore di non dover attendere ancora così tanti anni per poter assistere al live di una delle band più brave e più rock del mondo.

 

 

Da Jaymag.it

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