Il destino dell’uomo è evolversi

Dovresti essere deluso da te stesso?
Ti stai distruggendo o riaffacciandoti al mondo?
Come riconoscere il bene e il male?
A volte dovresti solo fare silenzio e camminare nel deserto. Sentire il vento scompigliare i granelli di sabbia mentre s’infilano tra i pensieri. E la notte guardare le stelle come fossero nient’altro che bottoni di luce incastonati in un manto di nulla.
Mentre la luna trafigge il varco tra ciò che è terreno e ciò che è già al di là.
Lo senti quel peso sul cuore?
Lo senti il caos che si confonde con il bisogno di pace?
È per questo che sei qui?
È per questo che hai solo domande?
E chi dona le risposte?
Quand’è che si smette di avere paura? È davvero possibile oppure è proprio questo l’errore più grande?
Non ti è bastato vedere tua madre andarsene nel tormento per capire che è proprio quella la vita, e che dovresti godere del poco tempo che hai per essere felice?
Cerchi qualcosa che non faccia male?
Il corpo è stanco di reprimere e manda i suoi segnali, e se non vengono ascoltati prendono vigore.
Il timore è un traghettatore di rimpianti.
Non dimenticare mai di guardare in alto e di ambire solo a ciò che non può essere raggiunto con le parole.
Gli occhi vorrebbero restare chiusi in eterno e riaprirsi solo per fare l’amore.
Non c’è nulla di sbagliato.
Un grido nella testa che chiede di essere ascoltato.
Un desiderio di condivisione in un mondo in preda a un’epidemia di emarginazione.
Una musica giusta che risuona nella stanza.
Il senso del tragico che rende tutto così vivido, come solo la morte o l’amore sanno fare.
Lo struggente canto di un uomo che come un lupo ulula all’altrove.
Un letto che ingoia quando ci si sente soli e che diventa un altare quando si è con la persona amata.
La fatica di dover sempre cambiare e l’illusione di non potersi mai fermare, come se tutto potesse crollare in un attimo.
E la distanza che consuma.
E il tempo che corre.
La testa che gira.
La figa che pulsa.
Il cuore che cerca riparo.
Tutto ciò che è umano e misero.
Ora capisci?
Sapresti tornare a fingere?
E poi chi glielo dice alla vita e a coloro che hai dentro che avresti scelto l’oblio?
Riusciresti a guardarti negli occhi?
C’è chi non ha mai vissuto e chi ha cambiato pelle già troppe volte e si sente stanco.
Ma non è proprio nella natura di quest’ultimi continuare non tanto a cambiare, ma a evolversi?
Non è questo, in fondo, il destino dell’uomo?

 

“Essere ciò che siamo,

diventare ciò che siamo capaci di diventare,

questo è il solo fine della vita”.

 

Robert Louis Stevenson